Se vuoi di più diventa di più

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Dividiamo i golfisti in tre categorie, questa volta senza handicap di gioco.

Terza categoria.

Non si allenano fisicamente, non prendono lezioni con il maestro, elaborano ipotesi e teorie sul golf.

Sono alla costante ricerca del segreto che segnerà la svolta e si affidano esclusivamente all’istinto.

Quando arrivano al golf club prendono la sacca ed iniziano a praticare.

Quando finiscono di giocare rimettono la sacca a posto e vanno al bar o al ristorante a bere e a mangiare senza controllo.

Seconda categoria.

Sanno che devono allenarsi fisicamente e lo fanno, raramente da autodidatti.

Quando non prendono più la palla, si ricordano di prendere lezioni con il maestro. Pensano e ripensano alla tecnica.

Ogni tanto, se sono di buon umore, prima di giocare e subito dopo, si riscaldano o eseguono il defaticamento.

Quando si avvicina la gara aumentano il volume di allenamento fisico e praticano per ore.

Prima categoria.

Si allenano costantemente seguendo un programma che include i presupposti tecnici, fisici e mentali.

Sanno che la tecnica per esprimersi al meglio durante le ore di gioco ha bisogno dei presupposti fisici e del corretto mindset.

Sono consapevoli che il riscaldamento e il defaticamento riducono il rischio di infortuni e lo eseguono sempre.

Sono consapevoli che, come in tutte le cose, non esistono segreti ma solo il duro lavoro e la corretta attitudine.

 

Queste categorie molto spesso NON sono correlate al livello di gioco. Sulla base della mia esperienza professionale, posso dire che la seconda e la terza sono spesso legate al POTENZIALE DI GIOCO INESPRESSO e al RISCHIO INFORTUNI.

Durante le gare bisognerebbe focalizzarsi esclusivamente sul gioco e vivere appieno il golf, molto spesso invece mi è capitato di giocare con persone che erano troppo impegnate a gestire i propri acciacchi fisici.

Il golf è uno sport che si può praticare a tutte le età, è definito a basso impatto ma presenta infortuni proprio come tutti gli altri sport. Infatti l’incidenza delle lesioni è pari al 16%. Maggiore è l’esperienza del golfista, minore è il rischio di infortunio. (1)

Quali indicazioni ci forniscono le ultime evidenze scientifiche? Scopriamo insieme cosa suggerisce un recente articolo apparso su The Journal of the American Academy of Orthopaedic Surgeons (2)

Gli infortuni si verificano più frequentemente nella bassa schiena, nella spalla e nel gomito e sono più comunemente dovuti al sovraccarico ripetitivo piuttosto che ad una lesione traumatica. Il 46% delle lesioni da golf si verificano durante lo swing, dal momento che gesto tecnico richiede il movimento combinato di caviglia, ginocchio, anca, schiena, spalla, gomito, polso e mano. Necessita quindi coordinazione motoria e integrità di tutte queste strutture.

Gli autori di questa recente revisione sistematica hanno suggerito alcune semplici strategie per ridurre il rischio di lesioni durante il gioco del golf:

Gioca regolarmente! Tieni il tuo corpo in movimento, poiché il giocatore sporadico di golf ha un rischio maggiore di infortunio.

Esegui il riscaldamento. Un semplice riscaldamento di 10 minuti e la giusta dose di lavoro tecnico prima di giocare possono aiutarti a prevenire gli infortuni.

Migliora la tecnica. Avere una buona efficienza cinematica e cinetica dello swing non serve solo a migliorare il tuo handicap, ma è anche probabile che riduca il rischio di lesioni.

Il golf da solo non è abbastanza. Includi qualche altra forma di esercizio fisico nella tua routine settimanale, con l’obiettivo di avere un corpo forte e flessibile in grado di rendere solido il tuo gioco!

Sul mio sito www.luigiangelini.com, oltre a queste preziosissime raccomandazioni, sono presenti alcune esercitazioni volte a migliorare il CONTROLLO MOTORIO e a prevenire l’infortunio in assoluto più diffuso fra i golfisti: il mal di schiena.

Migliorare il controllo motorio, la mobilità e la stabilità del corpo infatti si rivela utile sia per prevenire gli infortuni ma anche nel miglioramento della tecnica stessa.

Tutti vorremmo giocare come un professionista e fare bella figura in gara, ma in pochi sono disposti a curare tutti gli aspetti della Performance.

Premesso che ognuno sceglie la categoria che preferisce, per deformazione professionale sono portato a pensare che tutti, indistintamente, SE VOGLIONO possono diventare giocatori di prima categoria.

“Se vuoi di più diventa di più” (Jim Rohn)

Luigi Angelini

 

Bibliografia:

  • McHardy, A., Pollard, H., & Luo, K. (2007). One-year follow-up study on golf injuries in Australian amateur golfers. The American journal of sports medicine, 35(8), 1354-1360.
  • Zouzias, I. C., Hendra, J., Stodelle, J., & Limpisvasti, O. (2018). Golf injuries: epidemiology, pathophysiology, and treatment. JAAOS-Journal of the American Academy of Orthopaedic Surgeons, 26(4), 116-123.

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Luigi Angelini

Preparatore Atletico specializzato nella prevenzione del Mal di Schiena

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